Regia e coreografie Elisa Pagani Danzano Silvia Rossi e Riccardo De Simone Disegno luci Emiliano Minoccheri
La pancia della balena è la tappa di tanti naufragi, il grembo in cui in maniera fisica e viscerale si realizza la nascita, rinascita e redenzione del naufrago. La performance ha il carattere di un viaggio a ritroso, da un’immagine di gestazione fetale indietro fino all’atto violento del naufragio; i corpi simbiotici si riconoscono, le sostanze si confondono e un liquido amniotico rallentato, ovattato, connesso a se stesso, prende il posto della terra, in una creazione dove la ricchezza di consistenze ne definisce l’Elemento. La performance confonde il dove con il cosa e con il chi; questo luogo/azione vuole essere solo uno spot del naufragio, a metà di esso, dove la tempesta si azzittisce e viene concessa l'opportunità di dilatare il tempo e restringere lo spazio. Il naufrago come un Pinocchio, "bambino" mai concepito e quindi mai partorito, ha l'esigenza di tornare nel ventre di un mammifero per ritrovare il legame con il proprio posto nel mondo, compiere l'espiazione e la propria redenzione, per poter nascere finalmente in carne e ossa. Esplorazione coreografica: la conoscenza attraverso il senso tattile assume la posizione preferenziale per rapportarsi con l’esterno, e non ingannevole, crea un legame immediato onesto e viscerale. Il tessuto cutaneo è ciò che indossiamo per sentire, è il sottile polmone da cui la percezione respira. Il tessuto è quindi connettivo, è trama, è filamento, è contatto. Quello che resta della resa è il rumore della pelle.
BIO DNA, diretta da Elisa Pagani, è una compagnia bolognese attiva dal 2013 Ha collaborato con importanti realtà della danza in Italia, tra cui Scenario Pubblico - Compagnia Zappalà Danza (Catania), Napoli Teatro Festival, la Fondazione Nazionale della Danza – Aterballetto (Fonderia 39 Reggio Emilia) ed il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci (Prato), che ha ospitato Playlist for the end of the world, azione coreografica site specific per 50 danzatori.
EN VERSION
The Belly of the Whale represents a stage for many shipwrecks, it’s the womb in which, in a physical and visceral way, the birth, rebirth and redemption of the castaway is fulfilled. This performance has the feature of a backward journey, from an image of foetal gestation back until the violent act that is the shipwreck itself; symbiotic bodies recognise each other, substances mix up and a slowed-down, muffled and self-connected amniotic fluid takes the place of the earth, in a creation where the abundance of textures defines the Element. The performance blends the where, the what and the who; this location/action just wishes to be a commercial for shipwrecks, presented halfway through one of them, when the storm hushes and the opportunity to dilate time and shrink space is conceded. The castaway, just as a Pinocchio, a “child” never conceived so never birthed, feels the urge to go back inside the womb of a mammal to recover the connection with his own place in the world, fulfil his atonement and his redemption, just so he can finally be born in flesh and bone. Choreographic exploration: knowledge through the sense of touch takes on the preferential position to relate with the outside world and, since it’s not deceptive, creates an instant, honest and visceral bond. The skin tissue is what we wear in order to feel. As a layer of aesthetic truthfulness, the skin is the thin lung through which the perception breathes. The tissue is therefore connective, it is texture, fibre and contact. What remains of the surrender is the sound of skin.
BIO DNA, directed by Elisa Pagani, is a Bolognese company that operates since 2013. It collaborated with important institutions of dance in Italy, among which are Scenario Pubblico - Compagnia Zappalà Danza (Catania), Napoli Teatro Festival, la Fondazione Nazionale della Danza – Aterballetto (Fonderia 39 Reggio Emilia) and the Centre for Contemporary Art Luigi Pecci (Prato), that was home for “Playlist for the end of the world”, a site-specific chorographical action for 50 dancers.
VENUE
Villa Smeraldi Via S. Marina 35, Bentivoglio ore 20.00
Ingresso con tessera associativa gratuita e contributo libero
Una residenza signorile di campagna di fine '700 – la casa padronale, la casa del fattore, la casa dell’ortolano, la ghiacciaia, una torre come magazzino per i cereali. Un ecosistema architettonico immerso in un parco all’inglese, un giardino romantico i cui canoni prevedevano una disposizione irregolare di alberi e arbusti, pendenze e dislivelli, vialetti, siepi, finti ruderi, statue e uno specchio d'acqua. Nel complesso l’impianto odierno, che oggi ospita l’Istituzione Villa Smeraldi e il Museo della Civiltà Contadina, è rimasto pressochè intatto.